Dimostrazione di pittura tradizionale a cura dell’Unione degli Studenti e Studiosi Cinesi Napoli
La pittura cinese è una delle più antiche tradizioni artistiche del mondo. L’antica pittura tradizionale è nota oggi come guóhuà (国画), che significa “pittura nazionale”.
Il tema più diffuso e apprezzato nella pittura tradizionale sono i paesaggi. La pittura paesaggistica cinese non è una riproduzione fedele del paesaggio circostante, ma una rappresentazione della natura attraverso la concezione spirituale dell’artista. Come con la calligrafia, i materiali più popolari sui quali sono fatti i dipinti sono la carta e la seta e lo strumento più usato è il pennello intinto in inchiostro nero o in pigmenti colorati. Il lavoro finito può essere montato su rotoli, che vengono poi appesi o distesi, e vanno ammirati srotolando progressivamente le varie scene, che si susseguono in eventi in ordine cronologico.
Le diverse correnti artistiche, influenzate da varie dinastie imperiali e invasioni barbariche, ci hanno lasciato un patrimonio di opere molto diversificato.
Docente: Wang Yujie
Rivolto prevalentemente ai cittadini cinesi, all’infopoint a cura di WoM – Word of Mouth saranno presenti degli operatori di lingua italiana e cinese per dare tutte le informazioni burocratiche e legali necessarie a chi è interessato a studiare o lavorare nel nostro paese.
Nella Sala del Toro Farnese (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) sarà possibile partecipare alla dimostrazione “Taijiquan” realizzata in collaborazione con L’Istituto Confucio di Napoli; il maestro Yun Peng ci spiegherà le origini del Taijiquan.
I posti per questo workshop sono terminati. I visitatori del museo potranno comunque assistere alla dimostrazione.
JIANZHI
L’arte del ritaglio della carta in Cina
I più antichi reperti relativi alle carte ritagliate cinesi risalgono al periodo del cosiddetto Medioevo cinese, più precisamente al VI secolo d.C. In epoca Tang (618-907 d.C.) gli imperatori, in occasione della Festa di Primavera, usavano ricevere i cortigiani che portavano bandiere di seta con emblemi d’oro e d’argento ritagliati a forma di caratteri cinesi e fiori. Poiché a quei tempi la carta e la seta erano mal distinte l’una dall’altra a causa della loro utilizzazione comune per la scrittura e la pittura, si può ragionevolmente pensare che le prime carte ritagliate fossero in seta. Questi ritagli in seta all’inizio dovevano ornare i palazzi e le case ricche. Quando la materia cartacea divenne in seguito di uso più corrente, le carte ritagliate fecero la loro comparsa nelle case della gente del popolo diventando rapidamente un’arte popolare. I primi artigiani furono d’altronde le contadine illetterate che, depositarie della tradizione, preservarono attraverso i secoli i motivi e le tecniche di questa peculiare forma d’arte.
La dimostrazione di intaglio della carta sarà a cura della prof.ssa Li Zhuo dell’Università L’Orientale
CALLIGRAFIA CINESE
Una tradizione millenaria tra scrittura e arte
In Cina, la calligrafia occupa una posizione importante nel campo delle belle arti. La scrittura cinese, grazie alla sua unicità, non è solo un mezzo di comunicazione, ma è anche un modo per esprimere senso estetico e cultura. Il famoso Su Dongpo, uno dei più famosi letterati dell’epoca Song (960 – 1279), era solito utilizzare l’arte della calligrafia per comporre le sue poesie, lasciando così una traccia indelebile nella storia dell’arte e della letteratura cinese, due discipline che si incontrano appunto nella calligrafia.
Possiamo definire la calligrafia cinese come l’arte di scrivere i caratteri cinesi, servendosi di pennello e inchiostro in modo che comunichino un messaggio che va oltre il significato letterale delle parole. Ha una storia che va di pari passo con lo sviluppo della scrittura ed è considerata una delle forme tradizionali di arte, nonché espressione della millenaria cultura cinese.
Si dice che la calligrafia sia come uno specchio che riflette l’animo e i sentimenti di chi la scrive. Giocando con il pennello e l’inchiostro sulla carta, variando velocità dei tratti e spessore delle linee, il maestro calligrafo riesce a comunicare il suo stato d’animo. È anche un esercizio mentale perché permette di coordinare il braccio e la mente, che deve essere calma, per produrre la migliore espressione di quello che l’artista sente.
La dimostrazione di calligrafia sarà a cura della prof.ssa Zhang Chi dell’Università L’Orientale
DEGUSTAZIONE DEL TÈ
Un rito sociale e spirituale che diviene cerimonia
La cerimonia del tè, o Gong fu cha, (工夫茶, gōngfūchá) nota anche come “Cerimonia del tè 功 Kung Fu” fa riferimento all’arte di preparazione del tè nella cultura e tradizione cinese secondo una precisa scelta dei materiali, delle fasi di preparazione, nel rispetto del principio fondamentale dell’armonia. Il cerimoniale del tè ha origine nelle province del Fujian e del Guangdong, dove è elevata la produzione e coltivazione di tè, ma si è poi diffusa in tutta la Cina, ed è stata importata da altri paesi asiatici, come il Giappone e la Corea, assumendo nuove forme e significati.
La crucialità della cerimonia del tè può essere intesa già dal significato del nome attribuitole in cinese: gongfucha viene infatti tradotto come “tè preparato con cura ed attenzione”: mentre cha in cinese significa tè (ma significa anche armonia tra uomo e natura), l’espressione gongfu può essere tradotta in diversi modi, che fanno riferimento all’impiego di tempo, impegno ed attenzione per compiere un lavoro, e l’ottenimento di abilità e risultati. La cerimonia del tè cinese è una vera e propria tradizione culturale, che coinvolge tutte le fasi della preparazione della bevanda, dalla scelta degli oggetti, alla preparazione, al servire, fino al gustare il tè, tutti gesti e regole basati, si presume, sui metodi di preparazione tradizionali antichi.
La cerimonia del tè non è solo un rito spirituale, ma un modo per preparare il tè nel migliore dei modi, impiegato nelle sale da tè e dagli intenditori per esaltare al massimo il gusto di questa bevanda: un rituale estetico, meditativo, che richiede, secondo i testi zen, rispetto per l’altro e per le cose, grazia ed armonia, sobrietà e candore, tranquillità e solitudine.
I posti per questo workshop sono terminati.
A cura di Qualcosaditè
Nella Sala del Toro Farnese (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) sarà possibile partecipare alla dimostrazione “Taijiquan” realizzata in collaborazione con L’Istituto Confucio di Napoli; il maestro Yun Peng ci spiegherà le origini del Taijiquan.
I posti per questo workshop sono terminati. I visitatori del museo potranno comunque assistere alla dimostrazione.
DEGUSTAZIONE DEL TÈ
Un rito sociale e spirituale che diviene cerimonia
La cerimonia del tè, o Gong fu cha, (工夫茶, gōngfūchá) nota anche come “Cerimonia del tè 功 Kung Fu” fa riferimento all’arte di preparazione del tè nella cultura e tradizione cinese secondo una precisa scelta dei materiali, delle fasi di preparazione, nel rispetto del principio fondamentale dell’armonia. Il cerimoniale del tè ha origine nelle province del Fujian e del Guangdong, dove è elevata la produzione e coltivazione di tè, ma si è poi diffusa in tutta la Cina, ed è stata importata da altri paesi asiatici, come il Giappone e la Corea, assumendo nuove forme e significati.
La crucialità della cerimonia del tè può essere intesa già dal significato del nome attribuitole in cinese: gongfucha viene infatti tradotto come “tè preparato con cura ed attenzione”: mentre cha in cinese significa tè (ma significa anche armonia tra uomo e natura), l’espressione gongfu può essere tradotta in diversi modi, che fanno riferimento all’impiego di tempo, impegno ed attenzione per compiere un lavoro, e l’ottenimento di abilità e risultati. La cerimonia del tè cinese è una vera e propria tradizione culturale, che coinvolge tutte le fasi della preparazione della bevanda, dalla scelta degli oggetti, alla preparazione, al servire, fino al gustare il tè, tutti gesti e regole basati, si presume, sui metodi di preparazione tradizionali antichi.
La cerimonia del tè non è solo un rito spirituale, ma un modo per preparare il tè nel migliore dei modi, impiegato nelle sale da tè e dagli intenditori per esaltare al massimo il gusto di questa bevanda: un rituale estetico, meditativo, che richiede, secondo i testi zen, rispetto per l’altro e per le cose, grazia ed armonia, sobrietà e candore, tranquillità e solitudine.
I posti per questo workshop sono terminati.
A cura di Qualcosaditè
Nella Sala del Toro Farnese (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) sarà possibile partecipare alla dimostrazione “Taijiquan” realizzata in collaborazione con L’Istituto Confucio di Napoli; il maestro Yun Peng ci spiegherà le origini del Taijiquan.
I posti per questo workshop sono terminati. I visitatori del museo potranno comunque assistere alla dimostrazione.
La cucina cinese è una tra le più antiche del mondo. I primi ritrovamenti archeologici risalgono all’età della pietra (5400 a.C. circa) ed è la somma di ben otto cucine regionali molto diverse tra loro, che si sono evolute anche in altre parti del mondo: dall’Asia orientale al Nord America (paese in cui sono nati i famosissimi involtini primavera), dall’Australia all’Europa occidentale.
In questo territorio così vasto, nelle diverse tradizioni culinarie cinesi restano immutate alcune caratteristiche: la presenza del riso, l’utilizzo delle bacchette per accompagnare il cibo alla bocca e il metodo della frittura saltata per cuocere gli alimenti.
Tra i piatti più famosi della cucina cinese da consumare durante il capodanno troviamo i ravioli (饺子, jiaozi), ripieni di carne e/o verdura e accompagnati da salsa di soia.
Sono così buoni che non saprai più farne a meno: ecco perché oggi ti insegniamo come farli a casa tua.
A cura di Lu Yan dell’Università L’Orientale
I posti per questo workshop sono terminati, sarà comunque possibile assistere dall’esterno del bistrot.
Rivolto prevalentemente ai cittadini cinesi, all’infopoint a cura di WoM – Word of Mouth saranno presenti degli operatori di lingua italiana e cinese per dare tutte le informazioni burocratiche e legali necessarie a chi è interessato a studiare o lavorare nel nostro paese.
Presentano Angela Milano e Zhang Guang Nan
Sala del Toro Farnese:
- Assolo di Chiara Ghezzi sulle note di《月亮代表我的心》con accompagnamento di ukulele (a cura di Ciao Cina)
- Assolo di Francesco De Dominicis con la canzone 《我要你》(a cura di Ciao Cina)
- Assolo di Francesca Fariello sulle note di 《自己》(a cura di Ciao Cina)
- Assolo di Zhou Huizi del Conservatorio di San Pietro a Majella con la canzone 《节日欢歌》 (Buone vacanze cantando) (a cura dell’Unione degli Studenti e Studiosi Cinesi Napoli)
- Esibizione di musica tradizionale cinese (Liu Yuanyuan – a cura dell’Istituto Confucio)
IMPORTANTE: Le esibizioni sono rivolte ai visitatori titolari di regolare biglietto di visita e sono ad accesso libero fino al raggiungimento della capienza massima consentita dalle sale espositive.
L’organizzazione e lo staff del Museo si riservano pertanto la facoltà di limitare l’accesso una volta raggiunta tale capienza.
JIANZHI
L’arte del ritaglio della carta in Cina
I più antichi reperti relativi alle carte ritagliate cinesi risalgono al periodo del cosiddetto Medioevo cinese, più precisamente al VI secolo d.C. In epoca Tang (618-907 d.C.) gli imperatori, in occasione della Festa di Primavera, usavano ricevere i cortigiani che portavano bandiere di seta con emblemi d’oro e d’argento ritagliati a forma di caratteri cinesi e fiori. Poiché a quei tempi la carta e la seta erano mal distinte l’una dall’altra a causa della loro utilizzazione comune per la scrittura e la pittura, si può ragionevolmente pensare che le prime carte ritagliate fossero in seta. Questi ritagli in seta all’inizio dovevano ornare i palazzi e le case ricche. Quando la materia cartacea divenne in seguito di uso più corrente, le carte ritagliate fecero la loro comparsa nelle case della gente del popolo diventando rapidamente un’arte popolare. I primi artigiani furono d’altronde le contadine illetterate che, depositarie della tradizione, preservarono attraverso i secoli i motivi e le tecniche di questa peculiare forma d’arte.
La dimostrazione di intaglio della carta sarà a cura della prof.ssa Li Zhuo dell’Università L’Orientale
CALLIGRAFIA CINESE
Una tradizione millenaria tra scrittura e arte
In Cina, la calligrafia occupa una posizione importante nel campo delle belle arti. La scrittura cinese, grazie alla sua unicità, non è solo un mezzo di comunicazione, ma è anche un modo per esprimere senso estetico e cultura. Il famoso Su Dongpo, uno dei più famosi letterati dell’epoca Song (960 – 1279), era solito utilizzare l’arte della calligrafia per comporre le sue poesie, lasciando così una traccia indelebile nella storia dell’arte e della letteratura cinese, due discipline che si incontrano appunto nella calligrafia.
Possiamo definire la calligrafia cinese come l’arte di scrivere i caratteri cinesi, servendosi di pennello e inchiostro in modo che comunichino un messaggio che va oltre il significato letterale delle parole. Ha una storia che va di pari passo con lo sviluppo della scrittura ed è considerata una delle forme tradizionali di arte, nonché espressione della millenaria cultura cinese.
Si dice che la calligrafia sia come uno specchio che riflette l’animo e i sentimenti di chi la scrive. Giocando con il pennello e l’inchiostro sulla carta, variando velocità dei tratti e spessore delle linee, il maestro calligrafo riesce a comunicare il suo stato d’animo. È anche un esercizio mentale perché permette di coordinare il braccio e la mente, che deve essere calma, per produrre la migliore espressione di quello che l’artista sente.
La dimostrazione di calligrafia sarà a cura della prof.ssa Zhang Chi dell’Università L’Orientale
Dimostrazione di pittura tradizionale a cura dell’Unione degli Studenti e Studiosi Cinesi Napoli
La pittura cinese è una delle più antiche tradizioni artistiche del mondo. L’antica pittura tradizionale è nota oggi come guóhuà (国画), che significa “pittura nazionale”.
Il tema più diffuso e apprezzato nella pittura tradizionale sono i paesaggi. La pittura paesaggistica cinese non è una riproduzione fedele del paesaggio circostante, ma una rappresentazione della natura attraverso la concezione spirituale dell’artista. Come con la calligrafia, i materiali più popolari sui quali sono fatti i dipinti sono la carta e la seta e lo strumento più usato è il pennello intinto in inchiostro nero o in pigmenti colorati. Il lavoro finito può essere montato su rotoli, che vengono poi appesi o distesi, e vanno ammirati srotolando progressivamente le varie scene, che si susseguono in eventi in ordine cronologico.
Le diverse correnti artistiche, influenzate da varie dinastie imperiali e invasioni barbariche, ci hanno lasciato un patrimonio di opere molto diversificato.
Docente: Wang Yujie
Nella Sala del Toro Farnese (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) sarà possibile partecipare alla dimostrazione “Taijiquan” realizzata in collaborazione con L’Istituto Confucio di Napoli; il maestro Yun Peng ci spiegherà le origini del Taijiquan.
I posti per questo workshop sono terminati. I visitatori del museo potranno comunque assistere alla dimostrazione.
DEGUSTAZIONE DEL TÈ
Un rito sociale e spirituale che diviene cerimonia
La cerimonia del tè, o Gong fu cha, (工夫茶, gōngfūchá) nota anche come “Cerimonia del tè 功 Kung Fu” fa riferimento all’arte di preparazione del tè nella cultura e tradizione cinese secondo una precisa scelta dei materiali, delle fasi di preparazione, nel rispetto del principio fondamentale dell’armonia. Il cerimoniale del tè ha origine nelle province del Fujian e del Guangdong, dove è elevata la produzione e coltivazione di tè, ma si è poi diffusa in tutta la Cina, ed è stata importata da altri paesi asiatici, come il Giappone e la Corea, assumendo nuove forme e significati.
La crucialità della cerimonia del tè può essere intesa già dal significato del nome attribuitole in cinese: gongfucha viene infatti tradotto come “tè preparato con cura ed attenzione”: mentre cha in cinese significa tè (ma significa anche armonia tra uomo e natura), l’espressione gongfu può essere tradotta in diversi modi, che fanno riferimento all’impiego di tempo, impegno ed attenzione per compiere un lavoro, e l’ottenimento di abilità e risultati. La cerimonia del tè cinese è una vera e propria tradizione culturale, che coinvolge tutte le fasi della preparazione della bevanda, dalla scelta degli oggetti, alla preparazione, al servire, fino al gustare il tè, tutti gesti e regole basati, si presume, sui metodi di preparazione tradizionali antichi.
La cerimonia del tè non è solo un rito spirituale, ma un modo per preparare il tè nel migliore dei modi, impiegato nelle sale da tè e dagli intenditori per esaltare al massimo il gusto di questa bevanda: un rituale estetico, meditativo, che richiede, secondo i testi zen, rispetto per l’altro e per le cose, grazia ed armonia, sobrietà e candore, tranquillità e solitudine.
I posti per questo workshop sono terminati.
A cura di Qualcosaditè
Festeggiamenti per il Capodanno Cinese
- ore 16.30 – apertura dei festeggiamenti e saluti istituzionali del Sindaco Prof. Gaetano Manfredi
- A seguire: saluti istituzionali dei partner
- ore 16.55 – conto alla rovescia per la mezzanotte (17.00 ora italiana)
- ore 17.00 – danza tradizionale dei leoni (a cura di Ciao Cina e dell’Accademia Hak Fu Jow)
- A seguire: Spettacolo di gruppo di Tai Chi a cura di International Wu Xing Kung Fu Academy(国际五行功夫学校)
- A seguire: Danza degli ombrelli (a cura di Ciao Cina)
- A seguire: Coro che canta 《疫情过后》(a cura di Ciao Cina)
- A seguire: chiusura dei festeggiamenti
Le celebrazioni del Capodanno saranno trasmesse in diretta su AudioLive FM